In_Giusto Installazione per il Palazzo di Giustizia

Il progetto In_Giusto, sviluppato in collaborazione con Giusi Dell’Aversana è arrivato terzo nella categoria under 35 del concorso indetto dal comune di Firenze  finalizzato alla realizzazione di opere d’arte destinate all’abbellimento del Palazzo di Giustizia.

Il concorso indetto nel 2015 ha contato più di 228 adesioni, inclusi numerosi artisti di fama internazionale.

Per la preziosa assistenza durante la seconda fase del concorso e per la realizzazione del modello in scala in cor-ten ringraziamo Paolo Rabiti di Ermini Adone s.r.l.

Dalla relazione di concorso:

Società, Regole ed Uguaglianza sono le parole che hanno guidato il processo creativo e dalle quali la nostra opera prende forma. La società, intesa come comunità di persone ma anche luogo fisico, viene espressa nell’opera d’arte attraverso la sua stessa forma monolitica. Come nel passato, con i primi codici scritti su pietra o tavole così la forma trapezoidale diventa supporto descrittivo ed espressivo dell’installazione.

L’opera che sembra emergere dal suolo, è lievemente inclinata su di un fianco e delinea una cuspide che riflette perfettamente le geometrie del Palazzo di Giustizia.

Su di essa sono “impressi” centotrentanove elementi sferici, ossia i 139 Articoli della Costituzione Italiana, quali l’insieme di Regole (diritti e doveri) alla base dell’identità e dell’ordinamento di una nazione. La singola forma sferica si ripete fino a formare un’immagine: l’impronta digitale. Codice genetico ed immutabile di ogni singola persona, l’impronta è qui simbolo di uguaglianza ed unicità del genere umano. Allo stesso tempo, inserito nel contesto quale luogo di Giustizia, l’impronta acquista un ulteriore significato, diviene traccia d’inchiostro degli uomini che sono stati schedati, procedura amministrativa per chi trasgredisce la “regola”.

L’analoga immagine viene disegnata centralmente su entrambe le facce dell’opera ma ne differisce per esecuzione e valenza. Se da un lato i singoli elementi penetrano nel piano ad indicare la timbratura delle persone incriminate, dall’altro lato gli stessi emergono e ne evidenziano il riscatto sociale dopo aver scontato la pena.

Il forte aspetto umano dell’opera viene espresso anche attraverso l’integrazione di due sedute laterali elementi emergenti sulle due facce dell’opera. Sui due parallelepipedi di diversa forma e posizione lo spettatore/visitatore può sedersi, meditare, interagire con l’opera facendolo diventare tutt’uno con le componenti artistiche di cui si forma.

L’uomo diventa così soggetto, oggetto e fruitore dell’opera.

 

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