Nonostante il Common Ground, rimane visibile in molti progetti la firma e lo stile dell’archistar, tendenza comune a molti progetti dell’Arsenale e del padiglione centrale dei giardini, ma durante la visita hanno richiamato la mia attenzione i lavori e le riflessioni di professionisti meno conosciuti.
In coerenza con il tema, molto interessante all’Arsenale Torre David / Gran Horizonte di Justin McGuirk, Iwan Baan e Urban-Think Tank. L’installazione mostra la trasformazione della torre, abbandonata prima ancora della fine dei lavori di costruzione. L’edificio, situato in Venezuela, a Caracas, è stato occupato da una comunità di persone, che poco a poco, hanno contribuito alla personalizzazione degli spazi e a dar vita a un’architettura che aveva perso il suo scopo iniziale.
Nella parte dei giardini molto interessanti le partecipazioni nazionali di Russia, Stati Uniti e Spagna, oltre al Giappone premiato con Leone d’oro come miglior partecipante nazionale.
L’allestimento del padiglione russo esalta le nuove tecnologie informatiche: soffitti, pareti e cupola centrale sono stati interamente rivestiti con pannelli semitrasparenti recanti codici QR. All’entrata vengono forniti i tablet per poter leggere i codici luminosi e ricevere informazioni e spiegazioni sui progetti esposti.
Il padiglione spagnolo presenta svariati progetti di interventi locali, azioni urbane di collettivi e gruppi di professionisti a sfondo sociale come quelle di Ecosistema Urbano .
Molto interessante il progetto del gruppo Cloud9, dove il progettista Enric Ruiz Geli presenta il progetto della facciata dell’edificio Media-Tic, situato nel quartiere emergente di Barcellona 22@. Grazie a una serie di sensori e ad un complesso progetto domotico, la facciata risponde a input elettronici, modificando la propria forma in funzione delle necessità climatiche.
Infine in una sala a parte, viene rappresentata in scala 1:1 una soluzione semplice, ma funzionale per un sistema di orti sospesi con un sistema d’irrigazione goccia a goccia.
Per finire, molto interessante l’esposizione del padiglione degli Stati Uniti. Un sistema di fili e carrucole aiuta ad esporre in maniera efficace una gran quantità di progetti; ognuno di essi è un interessante punto di riflessione per il professionista che si pone domande sul ruolo sociale del suo intervenire. Protagonista il tema degli orti urbani e la funzione sociale che l’agricoltura esercita per riempire i vuoti urbani e per rispondere alle necessità del cittadino che soffre la spersonalizzazione della metropoli. E ancora, interessanti le iniziative open source per formare reti di condivisione di dati climatici.
Irene